"Se le previsioni attuali sulla crescita demografica si
riveleranno accurate e se le modalità dell'attività umana sul pianeta resteranno
invariate, la scienza e la tecnologia potrebbero non essere in grado di
prevenire il degrado irreversibile dell'ambiente o la condizione costante di
povertà per gran parte del mondo... Alcune modificazioni dell'ambiente possono
produrre danni irreversibili alle capacità della Terra di sostenere la vita.
Il ritmo complessivo della modificazione ambientale è stato senza dubbio
accelerato dalla recente espansione della popolazione umana...
E' in
gioco il futuro del nostro pianeta"

U.S. National Academy of Sciences e Royal Society of London, 1992
"Gli esseri umani e la natura si trovano in rotta di
collisione ... La capacità della Terra di provvedere a quantità crescenti di
persone ha un limite ... e ci stiamo velocemente avvicinando a molti dei limiti
della Terra. Le pressioni derivanti dalla
crescita demografica
incontrollata
avanzano delle pretese sul mondo naturale che possono
sopraffare qualsiasi sforzo di raggiungere un futuro sostenibile ... Non
rimangono che pochi decenni prima che vada perduta l'opportunità di allontanare
le minacce che incombono su di noi e che venga compromessa oltre misura la
prospettiva per l'umanità"
Union of Concerned Scientists, 1992, firmata da 1680 esponenti scientifici di 70 paesi, compresi 104 premi Nobel
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Gentile navigante…

…grazie per la tua visita. Sei capitato in uno spazio virtuale nato per sensibilizzare ed informare, per testimoniare e denunciare lo stato di degrado dell’ecosistema inteso come insieme di tutte le forme di vita, Homo Sapiens ovviamente incluso. Ma anche per fare delle proposte. I tuoi commenti sono dunque preziosi e benvenuti al fine di dare insieme forma all’econonviolenza. Se vuoi contattarmi, per qualsiasi motivo, puoi usare il seguente indirizzo e-mail: fabargo2004@yahoo.it

giovedì 18 ottobre 2007

OGNI MINUTO SECONDO...

Ogni minuto secondo, sulla faccia della Terra, nascono 5 bambini e muoiono 2 persone. Ogni minuto secondo, quindi, la popolazione mondiale aumenta di 3 unità. Calcolatrice alla mano, se moltiplichiamo 3 x 60 (sec.) x 60 (min.) x 24 (ore) x 365 (giorni), otteniamo un numero pari a 94.608.000 (novantaquattromilioniseicentoottomila) che sono il carico umano e di consumi in più che ogni anno il sistema ecologico più o meno deve sopportare. E’ come se ogni anno si aggiungessero sulla faccia della Terra circa 80 città delle dimensioni di Torino, e su questa nostra unica faccia della Terra siamo già in 6.700.000.000 (seimiliardisettecentomilioni), sempre più o meno.

Riflettiamo un minuto secondo: se vivessimo tutti con un’impronta ecologica pari o simile a quella di San Francesco, probabilmente l’ecosistema potrebbe soddisfare le esigenze di alcuni miliardi di persone in più. Alzi però la mano chi vorrebbe vivere possedendo solo due stracci. NESSUNO. Chi vive tra gli stenti vuole cambiare la propria condizione, è naturale, altrimenti l’Europa e gli Stati Uniti non sarebbero raggiunti da così tanti migranti disperati che fuggono da carestie o anche solo da terre difficili. Migliorare, o almeno tentare di migliorare, la propria condizione è un diritto fondamentale di ogni essere umano e che tutti gli abitanti dei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo hanno più d'ogni altro. Chi invece già sta bene e pensa di poter stare meglio solo consumando di più è un caso psicopatologico indotto dal marketing, caso che va trattato a parte.

La conclusione è di una semplicità sconcertante: se vogliamo garantire a tutti il diritto di stare bene dobbiamo limitare le nascite. Si tratta di far accettare al mondo intero, quindi a partire dalla Nazioni Unite, il principio che procreare oltre il tasso di sostituzione (2,1 figli per donna) non è più possibile se vogliamo garantirci un futuro econonviolento. L’alternativa è piuttosto atroce: ci violenteremo per accaparrarci le poche risorse rimaste in un ambiente degradato oltremodo. Abbiamo già cominciato: la guerra in Iraq e la crisi in Darfur lo dimostrano, il costante degrado ambientale pure.

Oggi, la massima espressione di econonviolenza è fare bene e tanto l’amore, senza procreare. Le future generazioni ringraziano

4 commenti:

mildareveno ha detto...

Bel post. Penso che se ci fossero miliardi di persone in più sarebbe necessario che tutti avessero non solo l'impronta ecologica di San Francesco ma anche le sue qualità morali.

La Sfinge di Bumbury ha detto...

Caro Argo,
hai scritto un bel post.
Ma ci si scontra con tutta una serie di valutazioni.
La prima che mi viene in mente è: qual è la media di figli per famiglia nel mondo industrializzato? Qual è questa media nei paesi "sottosviluppati"? queste medie non si conciliano, già, con una riduzione naturale delle nascite in senso globale?
E poi, considerato che il consumismo dei paesi occidentali, o ricchi, è assolutamente fuori controllo, non converrebbe prima fare qualcosa per ridurre questo consumismo non necessario a atli livelli, anzichè ridurre le nascite in modo da permettere a tutti i residenti del pianeta di vivere, sembra di capire, con quel ritmo?
Insomma il discorso è molto ampio.
E' anzitutto filosofico, poi antropologico, poi sociologico e solo infine individuale e politico.
Ciao.

Argo ha detto...

Hai ragione Paolo, nel post ho scritto che chi sta bene (sott’inteso chi vive nel mondo industrializzato) e pensa di poter stare meglio solo consumando di più è un caso psicopatologico da trattare a parte. E così farò. Preparerò un post sul consumismo e sullo shopping compulsivo. Grazie per la tua partecipazione. Viva l’econonviolenza

Salute

Aldo ha detto...

Sfinge, tieni presente anche che ogni persona che si trasferisce da nazioni che definisci sottosviluppati verso nazioni che definisci ricche amplifica enormemente e deliberatamente la propria impronta ecologica.

Ergo, la spropositata immigrazione che affligge l'Italia dal 2001 a questa parte (con una repentina quanto curiosamente inspiegata impennata) è causa di una esacerbazione di tutti quei fenomeni legati allo stile di vita poco "francescano" che abbiamo da queste parti e della "corruzione" degli stili di vita di chi "francescano" si ritrova ad essere, per forza e non certo per scelta, già oggi.

Appurato che chi si trasferisce nel mondo "ricco" lo fa il più delle volte per ambizioni consumistiche non diverse da quelle di chi ci è nato, pare proprio che la speranza di renderci tutti "francescani" sia poco realistica.

Se ne deduce che la riduzione della popolazione tramite controllo e riduzione delle nascite debba essere un passo da considerare preliminare (o, almeno, contestuale) a qualsiasi altro intervento. Ovunque.

Nello specifico Italiano, sarebbe sufficiente interrompere le incentivazioni nataliste in corso (che sono numerose ed ingenti) e ricondurre l'immigrazione entro livelli econonviolenti (ovvero tali da consentire una riduzione tangibile ed immediata della popolazione dimorante sul nostro territorio). Parallelamente considererei bene accette anche misure per incentivare una riduzione degli sprechi.