giovedì 24 gennaio 2008
8 OTTIME RAGIONI PER ARRESTARE LA CRESCITA DEMOGRAFICA ITALIANA
© Photographer: Jasenka | Agency: Dreamstime.com
Nel biliardo la palla n° 8 è quella che fa vinvere o perdere la partita. Vi invito a riflettere.
1. ACQUA — Siamo portati a pensare che la penuria d’acqua sia un problema di Paesi altri dal nostro ma sono ormai anni che il fiume Po tocca in estate i minimi idrometrici mentre alcune zone del nostro meridione soffrono la siccità da ancora più tempo. Le temperature estive come quelle invernali sono in costante crescita ed i ghiacciai anche delle Alpi — che sono la riserva idrica alpina per la pianura Padana popolata da decine di milioni di abitanti per i quali la disponibilità d’acqua è una necessità primaria — si stanno drammaticamente riducendo. I cambiamenti climatici portano con sé una variazione del regime delle precipitazioni, mentre la popolazione continua ad aumentare accrescendo le esigenze e riducendo le disponibilità idriche pro-capite. Due tendenze che non tarderanno a rendere drammatiche le crisi idriche già ricorrenti su tutto il territorio italiano.
2. ARIA — La concentrazione massima consentita di polveri sottili nell’aria delle nostre città è superata costantemente e la miscela di veleni che respiriamo è per lo più causato dalle industrie, dagli impianti di riscaldamento e dal parco veicoli circolanti. La pianura Padana vista dal satellite è come un catino colmo di veleni mentre la sua popolazione continua ad aumentare accrescendo in modo direttamente proporzionale le emissioni industriali, quelle degli impianti di riscaldamento e quelle del parco veicoli circolanti. Non possiamo qui tacere sul grave fatto che l’Italia pur avendo sottoscritto il trattato di Kyoto sulla riduzione delle emissioni in atmosfera le ha aumentate anno dopo anno invece di ridurle. Vorremmo che i sostenitori della crescita spiegassero come l’aggiunta ogni quinquennio di una nuova metropoli delle dimensioni di Milano dovrebbe aiutare a migliorare la situazione.
3. ENERGIA — Energeticamente parlando l’Italia è un Paese ricco solo di sole e con la crisi energetica mondiale all’orizzonte risulta facile comprendere che non è possibile alcun piano energetico rassicurante a popolazione stabile, figuriamoci a popolazione crescente! Anche riuscendo ipoteticamente a contenere l’impiego pro capite d’energia, l’aumento degli utilizzatori inevitabilmente vanificherebbe ogni sforzo aumentando la richiesta e l’impiego energetici complessivi.
4. GIUTIZIA — Lo sfacelo del sistema giudiziario italiano è regolarmente raccontato nei dettagli ad ogni apertura di anno giudiziario per voce della stessa magistratura e sappiamo che i crimini aumentano con l’aumentare della popolazione, specie di quella giunta disperata clandestinamente. Con l’aumentare della popolazione la crisi della giustizia diverrà una disfatta ed il rischio vero è quello di perdere la pacifica convivenza.
5. LAVORO — Il combinato disposto dell’automazione e della delocalizzazione industriale verso paesi esteri riduce i posti di lavoro mentre contemporaneamente l’aumentare della popolazione dimorante in Italia aumenta il numero di lavoratori disoccupati così come di quelli schiavizzati. Interessante a proposito notare come la creazione di posti di lavoro aumenti col tempo il numero assoluto dei disoccupati. Anche se sembra un paradosso, pensate ad una città con un tasso di disoccupazione per esempio del 10% nella quale un nuovo insediamento industriale riducesse della metà la disoccupazione (5%). Si da il caso però che la mobilità di chi è in cerca di lavoro porterà in città (urbanizzazione) molte persone sino a ricondurre la disoccupazione al 10% ma sarà un 10% su di un numero totale maggiore e dunque i disoccupati saranno aumentati in numero assoluto rispetto al passato. Il famoso esercito di riserva a disposizione dei condottieri d’industria.
6. LIBERTÀ — Assumendo il principio liberale che prevede un limite alle libertà personali solo quando infrangono le libertà altrui diviene intuitivo comprendere che le libertà personali di ognuno sono inversamente proporzionali al numero delle persone coinvolte in uno spazio dato. In altre parole, e per fare un esempio su tutti, pensate alla mobilità urbana: semafori, divieti, sanzioni, restrizioni, limitazioni d’ogni tipo — tutte cose che restringono la libertà personale di movimento — esistono perché le strade sono sovraffollate e le restrizioni aumentano con l’aumentare dei veicoli circolanti. Più siamo e minori sono le libertà di ognuno, in ogni campo.
7. PAESAGGIO — “L’occhio vuole la sua parte”. Su questo motto si fonda buona parte della nostra industria turistica. Peccato che nell’ultimo mezzo secolo siamo talmente cresciuti in numero e desiderio di disponibilità materiali che abbiamo scientificamente lavorato alla distruzione del Bel Paese. È come se stessimo segando il ramo sul quale siamo seduti. Gli scricchiolii e le oscillazioni che sentiamo sono il chiaro segnale del danno che abbiamo già apportato. Ogni ulteriore colpo di sega è un evidente segno di autolesionismo acefalo. Non resta che smettere di segare, ovvero di crescere.
8. RIFIUTI — Quella dei rifiuti solidi urbani, specie nel Sud, è una conclamata emergenza nazionale. Non vogliamo qui entrare nel merito della diatriba termovalorizzatori sì o termovalorizzatori no. Riduzione degli imballaggi sì o riduzione degli imballaggi no. Noi vogliamo qui semplicemente segnalare che l’aumento del numero di individui presenti sul nostro territorio, con i propri desideri e le proprie necessità, annullerà i benefici di ogni soluzione adottata a prescindere dal suo grado d’efficienza o dalle sue controindicazioni. Agli attuali tassi di crescita della popolazione dimorante in Italia non si scorge una soluzione al costante aumento dei rifiuti. Non a caso il napoletano, che ha un tasso record in Italia di abitanti per chilometro quadrato, è il luogo dove il problema si manifesta più drammaticamente.
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1 commento:
Ottimo e' ben scritto. Purtroppo nessuno ascolta: gli ingordi che ci guadagnano fanno finta di niente, gli ingenui si illudono che scienza e tecnologia "troveranno qualcosa". I governi ragionano in termini di reddito nazionale, che ovviamente aumenta con l'aumentare della popolazione, ma si guardano bene dal citare il reddito pro-capite, che scende a valanga, ed e' quello che conta nel determinare la qualita' della vita di ognuno.
Come diceva quel tizio: "fermate il mondo, voglio scendere".
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