"Se le previsioni attuali sulla crescita demografica si
riveleranno accurate e se le modalità dell'attività umana sul pianeta resteranno
invariate, la scienza e la tecnologia potrebbero non essere in grado di
prevenire il degrado irreversibile dell'ambiente o la condizione costante di
povertà per gran parte del mondo... Alcune modificazioni dell'ambiente possono
produrre danni irreversibili alle capacità della Terra di sostenere la vita.
Il ritmo complessivo della modificazione ambientale è stato senza dubbio
accelerato dalla recente espansione della popolazione umana...
E' in
gioco il futuro del nostro pianeta"

U.S. National Academy of Sciences e Royal Society of London, 1992
"Gli esseri umani e la natura si trovano in rotta di
collisione ... La capacità della Terra di provvedere a quantità crescenti di
persone ha un limite ... e ci stiamo velocemente avvicinando a molti dei limiti
della Terra. Le pressioni derivanti dalla
crescita demografica
incontrollata
avanzano delle pretese sul mondo naturale che possono
sopraffare qualsiasi sforzo di raggiungere un futuro sostenibile ... Non
rimangono che pochi decenni prima che vada perduta l'opportunità di allontanare
le minacce che incombono su di noi e che venga compromessa oltre misura la
prospettiva per l'umanità"
Union of Concerned Scientists, 1992, firmata da 1680 esponenti scientifici di 70 paesi, compresi 104 premi Nobel
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Gentile navigante…

…grazie per la tua visita. Sei capitato in uno spazio virtuale nato per sensibilizzare ed informare, per testimoniare e denunciare lo stato di degrado dell’ecosistema inteso come insieme di tutte le forme di vita, Homo Sapiens ovviamente incluso. Ma anche per fare delle proposte. I tuoi commenti sono dunque preziosi e benvenuti al fine di dare insieme forma all’econonviolenza. Se vuoi contattarmi, per qualsiasi motivo, puoi usare il seguente indirizzo e-mail: fabargo2004@yahoo.it

giovedì 31 gennaio 2008

SULL’URBANIZZAZIONE E L’IMPENETRABILITA’ DEI CORPI

High-Density Housing
© Photographer: Joegough
Agency: Dreamstime.com

Nell’arco della vita delle attuali persone anziane in Italia abbiamo costruito oltre ogni buon senso. Il nostro territorio è in gran parte montuoso e dunque l’espansione palazzinara non ha fatto altro che occupare quelle che erano zone agricole produttive. Questa tendenza deve arrestarsi per la semplice ragione che altrimenti presto avremo impermeabilizzato, inquinato, cementificato, asfaltato, occupato tutto il territorio che non potrà più produrre cibo, produzione che già da decenni non è più in grado di sostenere la popolazione residente in Italia. In passato e ancora per un po’ questo deficit alimentare viene compensato con l’importazione di ogni sorta di derrata alimentare dall’estero, ma cosa accadrà quando i carburanti avranno raggiunto prezzi esosi a causa dell’esaurimento delle fonti energetiche a cominciare dal petrolio? Accadrà che il deficit di produzione alimentare svelerà a pieno la sua drammaticità: le derrate alimentari prima cominceranno a scarseggiare e dunque ad avere prezzi sempre più irraggiungibili dalla gran parte della popolazione, per poi divenire talmente scarse che solo pochi benestanti potranno permettersi pasti ogni giorno.

Cosa potremmo fare per invertire questa tendenza apparentemente ineluttabile? Cosa per alimentare gli abitanti delle grandi città italiane in caso di grave crisi energetica?

- RIDURRE, o almeno stabilizzare, popolazione e consumi.
Se la popolazione residente sul territorio italiano continuerà ad aumentare di alcune centinaia di migliaia d’unità l’anno e con essa i consumi non c’é soluzione. Faremo la fine delle colonie di batteri in coltura che si moltiplicano esponenzialmente fino all’autodistruzione per esaurimento di spazio e risorse

- ARRESTARE la folle trasformazione del territorio agricolo in urbano
Ciò che serve è una moratoria sulla trasformazione del territorio agricolo in edificabile con la sola eccezione delle pertinenze agricole

- TUTELARE e SOSTENERE l’agricoltura nel raggio di una ventina di Km intorno ai grandi centri urbani
In caso di grave emergenza energetica, sempre più prossima, l’unica speranza per l’enorme popolazione urbana di sostentarsi è di avere nel raggio di pochi Km la possibilità di trovare derrate alimentari. E’ dunque un imperativo fare in modo che la campagna che forma un anello intorno ai centri urbani non venga abbandonata alla speculazione edilizia ma sostenuta quale investimento strategico per la sopravvivenza futura

- INTRODURRE forme di AGRICOLTURA URBANA
Nelle nostre città esistono spazi, minimi ma non trascurabili, per la reintroduzione di alcune forme di agricoltura. Parchi, giardini ma anche balconi e terrazze possono produrre alimenti. Persino aree industriali abbandonate, adeguatamente bonificate, possono diventare polmoni verdi capaci di produrre alimenti sia vegetali che animali.

Ancora una volta è solo questione di volontà politica, assai scarsa nel nostro paese, che temo non voglia darci alcuna speranza.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Post: "[...] con la sola eccezione delle pertinenze agricole [...]"

Le pertinenze agricole sono già sovradimensionate rispetto alle reali esigenze. La moratoria dovrebbe impedire l'ulteriore espansione anche di quel tipo di edilizia, favorendo un impiego più razionale dell'esistente.

Inoltre, conoscendo l'italico costume, è garantito che prevedendo eccezioni si darebbe la stura alle furberie degli speculatori, grandi e piccoli. Quanti di noi sono a conoscenza di personaggi (grandi e piccoli) che registrano o hanno registrato come "edilizia rurale" edifici che con l'agricoltura non hanno o non hanno più nulla a che vedere? Siamo sinceri...

Argo ha detto...

Hai ragione, caro Aldo,
ovviamente intendevo le pertinenze agricole effettive e inalterate nel tempo.
Se vogliamo sperare in una deurbanizzazione a favore di un ritorno alla produzione diretta di cibo ne consegue che dovranno sorgere più chabot, stalle et similia. Ancora una volta è nella volontà politica di non lasciare che le pertinenze agricole vengano tamponate e trasformate in civile abitazione che risiede la responsabilità.

Anonimo ha detto...

Ci aveva già pensato il Duce creando i cosidetti "orti di guerra", ottenuti seminando patate e grano nelle aiuole spartitraffico.
Nulla di nuovo sotto il Sole.
P.S.: mi sembri un pò troppo pessimista e ossessivo: problemi con le donne?

Argo ha detto...

Nessun problema con la donna di cui sono compagno, caro anonimo.

L'esempio più calzante di agricoltura urbana è probabilmente Cuba dopo il collasso dell'Unione Sovietica e sotto embargo USA.

Salute a te e a tutte le tue donne!